Andrano (LE) – Arcidiocesi di Otranto

Maria Santissima delle Grazie

Festa Patronale 4-5 agosto

MARIA, SEGNO DI SICURA SPERANZA

«La madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore» (Lumen Gentium 68).

I Padri conciliari, quando, il 21 novembre 1963, hanno emanato il Decreto sulla Chiesa, hanno avuto ben chiaro il ruolo che la Vergine Maria ha svolto e continuerà a svolgere sino all’ultimo giorno di questa storia: essere la stella luminosa che guida il popolo di Dio e l’umanità intera in cammino verso il Regno, con la sua esemplarità, con la sua preghiera, con il suo materno affetto.

In quest’anno giubilare, ricco di grazie e di novità suscitate dallo Spirito ma, anche, carico delle angosce di tante sorelle e fratelli a cui è stata rubata ogni speranza (come non pensare a Gaza e all’Ucraina, e a tante altre situazioni di morte!), la nostra Comunità parrocchiale e civile si stringe intorno alla Madre per ritrovare le ragioni più autentiche della speranza.

Alla scuola di Maria torneremo ad apprendere che la speranza nasce da una Parola pronunciata dall’Alto che non potrà essere smentita, perché Parola divina, feconda e fecondante, eterna nel tempo, bisbigliata nell’intimità e gridata dai tetti. La fede genera la speranza!

Con la Madre di Dio saliremo verso i monti della Giudea ad annunciare i tempi nuovi che lo Spirito di Dio ha iniziato a realizzare. Sebbene la storia presente sembri essere dominata dai “superbi”, con lei profetizzeremo che l’Onnipotente li “ha rovesciati dai troni e ha innalzato gli umili”. La speranza vede già “ciò che occhio mai vide e orecchio mai udì” (cf 1Cor 2, 9).

Staremo con la Madre della Grazia là dove la gioia si potrebbe tramutare in tristezza, la festa in pianto. Da Lei attenderemo una parola di compassione perché interceda presso il Figlio, l’Unico che possa trasformare ancora l’acqua in vino buono e abbondante, sino alla fine. La speranza si prende cura dell’uomo nel bisogno.

Saremo forti con Lei accanto ai crocifissi di oggi, per scrutare oltre le tenebre della morte l’avvento del mattino di Pasqua. La speranza “sa” che l’ultima parola è della Vita.

Da discepoli incerti e impauriti ci stringeremo attorno alla Madre di Gesù per attendere la perenne effusione dello Spirito che ci trasfigurerà in annunciatori e costruttori di Comunità nuove, dove diverremo “un cuor solo e un’anima sola”. La speranza dà vita a comunità fraterne e suscita la preghiera.